mercoledì 7 novembre 2012

LADRO GENTILUOMO ALL'OASI DEL WWF DI PISA. HA FATTO RESTITUIRE UNA DELLE FOTOTRAPPOLE CHE ERANO STATE RUBATE DENTRO L'OASI


CALAMBRONE (PISA). All’oasi WWF della Cornacchiaia a Calambrone si è verificato un furto un po’ insolito. Sono state rubate quattro foto-trappole e una di queste è stata riportata ieri verso mezzogiorno da un anziano signore alla sede dell’oasi del WWF del litorale che, in forma anonima, l’ha consegnata nelle mani di una volontaria dicendo che gli era stato detto di portarla lì. Poi l’uomo si è dileguato senza fornire ulteriori spiegazioni. «Questo furto per noi rappresenta un danno di circa 1200 euro – spiega Giovanni Carmignani, presidente del comitato oasi WWF litorale pisano – e poi queste sono strumentazioni scientifiche del tutto inutili al di fuori del loro ambito. Sono dotate di una password senza la quale non possono essere utilizzate neanche a fini di studio. Credo che la restituzione di una delle apparecchiature sia dovuta al fatto che abbiamo tappezzato sia l’interno che l’esterno dell’oasi con un avviso con cui abbiamo invitato chi si era impadronito delle foto-trappole a riconsegnarle entro il 30 novembre, dicendo che altrimenti dopo tale data avremmo consegnato le immagini catturate dalle foto-trappole in questo periodo alle autorità competenti. Siamo molto contenti di questa restituzione e speriamo che ci vengano riportate anche le altre tre che sono state rubate».Le foto-trappole si attivano con il movimento e funzionano sia di giorno che di notte scattando foto e/o filmati. «Di queste foto-trappole ne abbiamo installate diverse un po’ in tutta l’oasi – spiega Marcello Cannetiello, zoologo e responsabile fauna del WWF litorale pisano –. Vengono utilizzate per un progetto scientifico che riguarda i mammiferi di media taglia come daini, cinghiali, ecc. Con questo strumento riusciamo a studiare il loro comportamento, le loro abitudini alimentari e molto altro, oltre a scoprire tutte le specie che abitano quest’oasi. Con queste foto-trappole abbiamo scoperto che in quest’oasi ci sono delle martore, una specie protetta. Si tratta di una scoperta che dà prestigio all’oasi e contemporaneamente ci obbliga ad intraprendere progetti di conservazione».

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