mercoledì 4 novembre 2009

Lupi in Maremma .Il WWF rompe il silenzio delle istituzioni locali dopo l'uscita di Coldiretti di Siena e Grosseto.Il lupo non ha colpe.

Il WWF Toscana è rimasto stupito davanti alle dichiarazioni dei due rappresentanti degli agricoltori, avendo ben presenti, e condividendole in gran parte, le campagne di Coldiretti a favore della tutela della biodiversità e degli ambienti agricoli in un'ottica di equilibrio con la vita selvatica. (vedi articolo su Il Corriere di Maremma del 28.10.2009)
Il comunicato stampa fa invece un lungo passo indietro, nei modi e nei contenuti, rispetto all'approccio al problema lupo, rispolverando affermazioni sconfessate da tempo, come il lancio di lupi con collare e microchip, e confondendo il monitoraggio di alcuni esemplari con un fantomatico progetto di reintroduzione che non c'è mai stato e che nessun ente ha mai finanziato. I soli progetti ad oggi finanziati riguardano infatti solo studi (pochi) sulla biologia e sulla presenza del lupo in Toscana. Dall'altro lato, è evidentemente poco fondata l'affermazione sull'assenza del randagismo, che invece è un fenomeno ancora ben presente e spesso rappresentato da cani vaganti e incustoditi, talvolta appartenenti agli stessi pastori, che aggrediscono fauna selvatica e domestica (e anche umana...).
Proteggere il lupo, come qualsiasi altra specie in pericolo a livello nazionale, è un dovere etico oltre che giuridico, che ci viene imposto dalle norme internazionali e nazionali in materia di biodiversità.
Il problema della convivenza c'è e può essere efficacemente affrontato, come hanno dimostrato recenti progetti nell'Appennino centrale o, anche più vicino a noi, in provincia di Firenze, dove si stanno utilizzando recinzioni elettriche specifiche grazie ad una corretta assistenza tecnica per la messa in opera e la gestione. Si tratta quindi di mettere in atto i metodi di prevenzione più efficaci e di rivedere il sistema delle assicurazioni, della richiesta di fondi per la prevenzione e dello smaltimento delle carcasse, previsto dalla Legge regionale 26/2005, che evidentemente ha funzionato male nelle modalità attuative, nonostante l'impegno economico della Regione. Sarebbe perciò molto più costruttivo se le associazioni di allevatori lavorassero in tal senso con le istituzioni, piuttosto che alimentare polemiche sterili e infondate.
Chi infine parla di risolvere il problema rinchiudendo il lupo nelle Riserve Naturali evidentemente non sa di cosa parla: sarebbe una operazione tecnicamente impossibile, anche perché le Riserve Naturali, come molte altre aree protette, non sono recintate. Inoltre le Riserve Naturali sono territori molto piccoli: nel territorio provinciale senese rappresentano appena il 2% della superficie, pari a circa 9.000 ettari, suddivisi in ben 14 differenti aree sparse per tutta la Provincia, mentre l'areale di un solo lupo supera i 10.000 ettari! E anche nella provincia di Grosseto la situazione non è molto differente. E' più che ovvio che un animale che in una notte può percorrere decine di chilometri non può starsene in territori così limitati.
Non è neanche giusto dare la colpa solo al lupo delle difficoltà che sta affrontando la zootecnia toscana, quando si legge nello stesso Piano Agricolo Regionale che si tratta di problemi principalmente strutturali e legati al mercato agricolo internazionale.
Per tutti questi motivi il WWF Toscana chiede che la Coldiretti riconsideri quanto detto dai due presidenti provinciali e che torni a ragionare sui fatti e sulle possibili iniziative di mitigazione del conflitto, senza alimentare polemiche fini a se stesse.
Il WWF Toscana sarebbe lieto di incontrare il Presidente di Coldiretti Toscana per chiarire la propria posizione e valutare possibili iniziative congiunte per affrontare correttamente il problema.

WWF Toscana


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