venerdì 30 settembre 2011

Le civette voleranno fino in procura .Il WWF: «Presenteremo una denuncia contro i maltrattamenti sugli animali»


CRESPINA. Alfio Ghionzoli libera la civetta dopo l’esibizione con le zampe legate da una corda a un palo con un sughero in cima. È tranquillo, di solito torna sulla mano. Invece “Michela, la ribelle” tiene fede al suo nome e vola via. Tutti ridono, non sapendo che la fuga del rapace è uno degli elementi che il Wwf inserirà in una denuncia alla magistratura contro la Fiera delle Civette. «Secondo noi ci sono gli estremi per un atto formale contro gli addestratori - dice Guido Scoccianti, di Wwf Pisa che insieme a una decina di esponenti mischiati fra la folla sta filmando tutta la manifestazione senza creare tensioni - perché sono loro a detenere le civette grazie a un permesso della Provincia. Nonostante siano animali notturni, vengono obbligati a stare in mezzo alla gente di giorno, subendo uno stress notevole. Sono selvatici e appena possono scappano. Come si è visto. Abbiamo provato a proporre al sindaco il progetto “La notte della civetta”, in cui si illumini il paese di sera, si riproduca il verso dei rapaci e si costruisca una voliera dove i rapaci possono essere osservati senza costrizioni. Ma non abbiamo ricevuto inviti da parte dell’amministrazione comunale».Il sindaco Thomas D’Addona sembra non avere notizia della richiesta d’incontro: «Non so di cosa si stia parlando. Anzi, ho detto che gli esponenti del Wwf sarebbero stati ben accetti proprio per fare vedere loro che le civette di Crespina non subiscono nessun maltrattamento». Nella piazza principale, intanto, l’atmosfera è di pura festa. L’esibizione delle sette civette con altrettanti addestratori ha scatenato gli applausi. Voli artistici a definire figure specifiche come il “giro di pista” (in cui i rapaci seguono il bastone mosso a cerchio dal civettaio) o lo “spirito santo” (con l’animale che sta sospeso ad ali aperte). Alla fine di ogni figura arriva puntuale la carezza, «perché le nostre civette vengono trattate con dolcezza», dice lo speaker dal palco. C’è anche Luca Luciani di Poggibonsi, che espone un gufo reale europeo, un barbagianni, un gufo africano femmina e una poiana americana.
Crespina ospita la fiera messa nel mirino dal Wwf dal 1400, in onore della tradizione venatoria di utilizzare le civette come richiamo per gli uccelli ogni 29 settembre, giorno di San Michele, il patrono del paese, e che negli anni Ottanta ha raggiunto il suo picco con una mostra-mercato di rapaci seguita un po’ da tutta Italia. Una manifestazione che oggi si basa sul centro di allevamento comunale, gestito dalla Pro loco, con l’obiettivo di far riprodurre le civette in cattività e proseguire la festa. «Le trattiamo con rispetto per la loro indole - dice Luca Vanni, presidente dell’ente di promozione - e alla fine di agosto affidiamo le civette agli addestratori in vista della fiera e solo per un mese restano legate alla corda di cui tanto si parla, ma che serve per l’addestramento e per evitare che scappino».

Dal Tirreno Cronaca di Pontedera di Andrea Quirici  - VENERDÌ, 30 SETTEMBRE 2011



mercoledì 28 settembre 2011

Gita 2 ottobre 2011: Le tenute di Migliarino e Macchia Lucchese

2 ottobre 2011

Capogita Ugo Macchia


Grado di difficoltà: basso
Dislivello: 0 m.

Ritrovo alle ore 9:00 con auto proprie
alla sede del WWF Pisa
(Via Betti - Complesso Concetto Marchesi)

lunedì 26 settembre 2011

WWF Toscana: "Fermiamo la Fiera della Civetta di Crespina" .La lettera del presidente di WWF Toscana Marcello Demi: "Il rapace protetto da normative comunitarie"



Ogni anno a fine settembre il rito si ripete: a Crespina, in provincia di Pisa,  un gruppo di cosiddetti "civettai" si esibisce in piazza facendo svolazzare le civette, legate ad una zampa, per rievocare una antica pratica di bracconaggio.I poveri rapaci, dalla vista sensibilissima e specializzata alla visione notturna, sono costretti, in pieno giorno, a sopportare ogni genere di sevizie, cadendo anche appesi a testa in giu', utilizzati come veri e propri yo-yo viventi. Sembra impossibile che nella evoluta Toscana possano ancora essere autorizzate, al giorno d'oggi, questo tipo di esibizioni con utilizzo di specie particolarmente protette da normative comunitarie. Per leggere tutta la lettera



Nello Cisa ringrazia




Sono stati raccolti 45 grandi sacchi di rifiuti differenziati e un mucchio di rifiuti ingombranti. Sono state segnalate una discarica di eternit e una di ferri vecchi. Lo spazio verde, in parte ripulito, può essere utilizzato dai cittadini del quartiere di Cisanello e ci auguriamo che sia destinato a parco urbano.
Di seguito il link al video della giornata.

domenica 18 settembre 2011

a rischio il "Masso delle fanciulle"

IL WWF VAL DI CECINA CONTRO L'INVASO DI PURETTA

Il WWF Val di Cecina esprime tuta la sua perplessità e preoccupazione nei confronti del progetto di invaso sul fiume Cecina in località Puretta nei comuni di Volterra (PI) e Pomarance (PI), proposto da ASA (azienda servizi ambientali di Livorno), delle dimensioni di circa 700000 m3.

L’invaso in questione dovrebbe essere realizzato in una zona di altissimo pregio ambientale, in un sito di interesse comunitario (Sic) a confine con la riserva naturale Berignone-Tatti che comprende anche una parte del fiume Cecina in particolare il Masso delle Fanciulle e degli Specchi siti tra i più suggestivi e intatti dell’Alta Val di Cecina.

Nella località Masso degli Specchi è presente una briglia che serviva da ripresa per il gorile che convogliava l'acqua verso il Mulino di Berignone, costruita in epoca medievale in muratura rinforzata con travi di legno e integra il pregio ambientale con quello storico-architettonico.

Notevoli sono le preoccupazioni per lo scempio ambientale a carico delle strutture di ripresa delle acque (briglia e gorile) oltre ovviamente alla morfologia della sponda destra con interventi sulle rocce ofiolitiche che la compongono che verrebbero interessate, secondo i progetti, dalla costruzione dell'opera di presa e dalla tubazione (diametro 500) che dovrebbe servire a portare l'acqua verso l'invaso.

Le perplessità maggiori riguardano l’utilità stessa del progetto: le dimensioni dell’invaso infatti non sono tali da giustificare i toni trionfali di “emergenza idrica finalmente risolta”, ma anzi le quantità di acqua invasabile sarebbero pari o addirittura inferiori alle perdite strutturali dell’acquedotto.

L’altra grande perplessità riguarda il destino delle terre da scavo che dovrebbero essere in parte usate per lavori connessi all'invaso, in parte conferite ad una azienda agricola della zona per bonifica agraria, in parte conferite ad un impianto di fabbricazione di mattoni, in parte infine smaltite presso un impianto di lavorazione di inerti (litotipi granulari). Il materiale in questione potrebbe più proficuamente essere utilizzato per integrare il trasporto solido del Fiume Cecina che viene definito carente nello studio commissionato dalla provincia di Pisa al Prof. Paolo Billi.

Il fiume Cecina, è bene ricordarlo, era stato individuato circa una decina di anni fa dall’allora Ministro Matteoli come uno dei due bacini scelti dall'Italia, assieme a quello del Tevere, per il progetto pilota di attuazione della direttiva europea sulla gestione integrata dei bacini idrografici, in ragione del fatto che è un corso d’acqua di media lunghezza (circa 75 km) il cui bacino è interessato da aree industriali (ENEL su tutte) ed estrattive (Solvay per quanto riguarda acqua e sale, oltre a ditte di estrazione di ghiaie), pur mantenendo una elevatissima valenza ambientale specialmente nel suo tratto medio-alto, proprio dove l’invaso in questione verrebbe realizzato: nessuno dei progetti discussi è mai stato realizzato

Il progetto appare inoltre molto poco lungimirante, visto che a fronte di costi elevati per benefici minimi, dovrebbero essere valutate attentamente soluzioni alternative non solo di minore impatto ma addirittura con le caratteristiche di recupero ambientale. Tali alternative dovrebbero configurarsi non come soluzioni-tampone, peraltro già esistenti, per emergenze momentanee (ed il progetto di ASA tende proprio a risolvere emergenze momentanee) ma dovrebbero risolvere il problema idrico a livello di bacino e quindi integrare il minimo deflusso vitale del fiume Cecina, rivitalizzare la circolazione di subalveo, contrastare l'ingressione del cuneo salino nella falda freatica costiera.

mercoledì 14 settembre 2011

Gita 18 settembre 2011: Pieve San Lorenzo - Equi Terme

18 settembre 2011

Capogita Laura Donati

Grado di difficoltà: medio
Dislivello: m. 400 circa in salita, m.500 in discesa
 
Ritrovo alla stazione di Pisa ore 7.30
con biglietto ferroviario Pisa-Minucciano ( andata)
+ Equi Terme-Pisa ( ritorno)


Ciascuno provvede individualmente al proprio biglietto


Andata:
treno regionale 6691 Pisa ore 7.50 – Minucciano ore 9.51

Ritorno:
treno regionale 6979 Equi ore 16.49 – Pisa ore 19.12

giovedì 8 settembre 2011

Anello di Buti

Il MONTE PISANO

Camminando con le ali

Birdwatching all'interno del bosco, lungo un tratto l’Anello di Buti

SABATO 10 SETTEMBRE 2011

Organizzato da:

Comitato Oasi WWF Litorale Pisano

Capo gita:

Marcello Marinelli (Guida Ambientale Escursionistica) socio AIGAE

Luogo di ritrovo:

Piazza Giuseppe Garibaldi a Buti

Orario di ritrovo: ore 08,00

Pranzo: al sacco

Durata: ca. 5-6 ore compresa la sosta per il pranzo

Tipo di tracciato: sentieri e vecchie carrarecce tra oliveti centenari

Lunghezza del tracciato: a/r 12 Km

Dislivello: in salita e discesa ca. 600 m

Difficoltà: (E) itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche

Costi: € 10,00 comprensivo di copertura assicurativa

Riferimenti cartografici:

MONTE PISANO tra natura e storia Carta degli itinerari escursionistici 1:25.000

Il Comitato Oasi WWF Litorale Pisano in collaborazione con la Provincia di Pisa, organizza l’ultimo trekking sul Monte Pisano denominato “Camminando con le ali” percorrendo un tratto dell’anello di Buti in uno scorcio del Monte pisano poco conosciuto. Il percorso si snoda attraversando uliveti secolari, tipicamente capitozzati, dove albergano i piccoli Rampichini, per poi proseguire inoltrandosi nella pineta a Pino marittimo, dove non è raro osservare il volo ondulato del Picchio verde, oppure assistere ai balzi degli Scoiattoli. In questo sito è stato inoltre rinvenuto un nucleo di Usignoli del Giappone, piccoli e variopinti Passeriformi alloctoni, ormai da anni naturalizzatisi sui monti pisani.


Ci si fermerà di fronte alle pareti di roccia che sovrastano Buti, in attesa del passaggio di qualche rapace, come Poiana, Pecchiaiolo e Biancone, per arrivare a Prato a Giovo, sulla cresta del Monte, dove si pranzerà al sacco.

L’itinerario partirà proprio dal centro del paese, Lat: 43° 43’ 36.4794” N, Long. 10° 35’ 7.08” E, si procede verso nord seguendo il sentiero 25 tra oliveti direzione loc. Quadonica, quindi si costeggia il Rio Sasseto e si prosegue fino Prato Ceragiola (640mt), massima altitudine dell’itinerario.

Il percorso è adatto a persone con buona preparazione fisica.

E’ obbligatorio l'utilizzo di scarpe da trekking, sufficienti scorte di acqua e cappelli per proteggersi dal sole.

Per poter partecipare alla gita si deve telefonare ai seguenti numeri:

Comitato Oasi WWF Litorale Pisano: telefax: 050/580999, lasciando un messaggio nella segreteria telefonica o una email al seguente indirizzo: pisa@wwf.it.

E’ necessario specificare nominativo di ciascun partecipante, data e luogo di nascita, recapito telefonico.

Marcello Marinelli Guida GAE iscritto AIGAE

349/8542253 e-mail: marinelli.marcello@gmail.com

mercoledì 7 settembre 2011

Gita 11 settembre 2011: Monte Forato




11 settembre 2011
Monte Forato

Capogita Claudio Modesti 

Grado di difficoltà: medio
Dislivello: 750 m.
Durata del percorso: 5-6 ore




Ritrovo alla sede del WWF alle 8:15
 Partenza dalla sede del WWF Pisa alle ore 8:30
(Via Betti - Complesso Concetto Marchesi)

lunedì 5 settembre 2011

CACCIA: ABBATTUTO FALCO PECCHIAIOLO in Provincia di Pisa



Purtroppo anche quest'anno la stagione venatoria si è aperta nel peggiore dei modi per la nostra fauna selvatica; nella seconda giornata di preapertura alla caccia nelle campagne di Castelfranco di Sotto è stato abbattuto con un colpo di arma da fuoco uno splendido esemplare giovane nato quest'anno di Falco Pecchiaiolo (Pernis apivorus). Lo splendido rapace è stato rinvenuto e raccolto da un cittadino e successivamente consegnato ad un volontario del WWF di Pisa che lo ha prontamente ricoverato al Centro CRUMA della Lipu di Livorno. L'animale ferito alla parte inferiore dell'ala sinistra ha ricevuto c/o il centro di recupero le prime cure ma ancora non si sà se potrà tornare a volare. Quest'abitudine di sparare deliberatamente a specie particolarmente protette dalla legislazione vigente è ancora purtroppo frequente, in particolar modo i rapaci sono animali ben riconoscibili in volo ed assolutamente non confondibili con nessuna delle specie cacciabili.